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Giovedì, 23 Febbraio 2017 00:00

Devozione

Il culto delle reliquie nacque come memoria e venerazione della tomba di un martire. Qualche secolo dopo, si cominciarono a venerare anche le ossa dei santi monaci, come un gesto di affetto verso i padri. Attraverso la venerazione di ciò che era rimasto del loro passaggio sulla terra, si manifestava la venerazione della loro vita, del loro esempio, e una comunione misteriosa con loro. Secondo una visione "razionalista", la venerazione delle reliquie è un comportamento arcaico, che ha condotto a delle assurdità. I centri di pellegrinaggio si sono azzuffati per avere le reliquie, ne hanno create, ne hanno fatto commercio, ecc. L'uomo, schiacciato dalla sua condizione, dalla paura della sofferenza e della morte, si rifugia in comportamenti magici, che lo proteggono e gli permettono di sopravvivere. La scienza oggi fa luce su tutte queste attitudini. Molti fenomeni "straordinari" accaduti in passato hanno trovato spiegazione scientifica e quelli che non la trovano oggi, la troveranno domani. L'atteggiamento opposto è quello magico, assente di ogni spirito critico: le reliquie sono una specie di "talismano" che protegge; il soprannaturale è visto come una forza radioattiva che, senza che la si veda, agisce. Bisogna compiere un certo numero di atti, e il risultato seguirà. Le medaglie, il reliquiario, le preghiere ne sono la condizione obbligata. Per la verità, la storia concreta dei nostri "santi" è molto lontana da tutto ciò. È chiaro che bisogna evitare gli equivoci e le esagerazioni, e ricondurre alla giusta devozione, ma secondo la dottrina della Chiesa cattolica, gli atti di devozione non sono assimilabili alle pratiche magiche o superstiziose poiché mentre chi pratica queste ultime crede che esse abbiano efficacia per se stesse; nel caso delle reliquie, invece, non è l'atto in sé che ha efficacia, ma la preghiera che ad esso si accompagna, e anche questa solo in quanto la grazia richiesta viene concessa per libera scelta di Dio. Invochiamo i santi perché essi a loro volta intervengano presso il Signore, sempre fine ultimo della preghiera. Venerare una reliquia è venerare la misericordia di Dio che si è realizzata nel santo. Pregare davanti al corpo di un santo è ringraziare Dio che lo ha sostenuto nel cammino della santità.

Letto 3268 volte Ultima modifica il Mercoledì, 07 Febbraio 2018 14:44
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